Illimity chiarisce i termini dell’OPAS su Banca Ifis: corrispettivo congruo ma permangono rischi e incertezze
Il contesto dell’offerta e le precisazioni di Illimity
Illimity Bank ha diffuso una nota di chiarimento in merito all’Offerta Pubblica di Acquisto e Scambio lanciata lo scorso aprile su Banca Ifis, precisando che il corrispettivo proposto resta coerente con le valutazioni di mercato. L’operazione, che prevede una componente cash e un concambio in azioni Illimity, mira a creare un player specializzato nei crediti distressed e nell’asset based lending. Il comunicato giunge a pochi giorni dalla semestrale diffusa da Banca Ifis, che ha evidenziato un utile netto in crescita del 18 per cento su base annua, confermando l’attrattività dell’istituto veneziano per gli investitori orientati al segmento Npl.
Dettaglio sul corrispettivo e comparazione di mercato
La banca fondata da Corrado Passera ribadisce che il prezzo di 12,05 euro per azione Ifis, integrato da 0,25 azioni Illimity per ogni titolo conferito, riflette multipli intorno a 0,8 volte il tangible book value di Banca Ifis. La valutazione, secondo l’advisor finanziario, si colloca nella fascia media delle recenti transazioni europee nel settore specialty finance, dove il rapporto prezzo/patrimonio si attesta tra 0,7 e 0,9 volte. In linea con le best practice di mercato, Illimity ha inoltre confermato l’assenza di clausole di earn-out che potrebbero generare distorsioni nella futura governance del gruppo risultante.
Gli elementi di rischio indicati dalla banca guidata da Corrado Passera
Nel documento di precisazione vengono tuttavia elencati alcuni fattori di incertezza: la possibile revisione dei parametri prudenziali da parte di BCE, la volatilità nell’andamento dei portafogli Utp e Npl e la necessità di integrazione dei sistemi informatici. Illimity sottolinea che il completamento dell’operazione resta subordinato all’ottenimento delle autorizzazioni antitrust e della Vigilanza, un processo che potrebbe estendersi oltre il quarto trimestre 2024.
Analisi dell’operazione e reazioni del mercato
Gli analisti di Equita ritengono che l’aggregazione possa generare sinergie lorde per circa 70 milioni di euro l’anno, principalmente da funding e ottimizzazione del capitale. Il mercato, però, mantiene un approccio attendista: il titolo Illimity ha ceduto il 2 per cento nelle ultime sedute, scontando la diluizione legata al concambio azionario, mentre Banca Ifis ha registrato un progresso marginale, riflettendo l’opzione di uscita a premio per gli azionisti meno inclini al rischio integrazione. Da segnalare che, a inizio mese, S&P Global Ratings ha confermato il rating BB di Illimity con outlook stabile, citando la resilienza del business model ma segnalando la sfida di mantenere adeguati livelli di capitale post fusione.
Impatto sulla strategia di crescita di Illimity
La banca digitale punta a raddoppiare gli attivi entro il 2026, facendo leva sulle piattaforme di servicing di Ifis e sulla propria infrastruttura fintech. L’operazione si inserisce in un filone di consolidamento che ha visto di recente BancoBpm rilevare una quota di maggioranza in Agos, segno di una spinta settoriale verso economie di scala e diversificazione delle fonti di ricavo.
Conclusioni e prospettive
Le precisazioni pubblicate da Illimity chiariscono la sostenibilità del corrispettivo proposto, ma evidenziano anche gli snodi regolamentari e operativi che potrebbero rallentare la chiusura dell’OPAS. Nel breve termine la reazione dei mercati resterà condizionata dalle indicazioni che emergeranno dai due consigli di amministrazione e dalle autorità di vigilanza. Nel medio termine, se l’integrazione verrà completata nei tempi previsti, il nuovo gruppo potrà contare su un mix complementare di expertise nei crediti deteriorati e nell’open banking, posizionandosi come riferimento nazionale nella gestione di attivi complessi. In caso contrario, il rischio è di assistere a un prolungato periodo di incertezza che potrebbe pesare sui rating di credito e sulla capacità di attrarre nuova raccolta, in un contesto di tassi in lenta discesa e crescente concorrenza da parte dei big player bancari europei.