Fusione UniCredit-Banco BPM: via libera dell’UE con la cessione di 209 sportelli
La decisione della Commissione europea
La Commissione europea ha autorizzato l’operazione di integrazione tra UniCredit e Banco BPM, chiudendo l’indagine di concorrenza avviata in primavera. Bruxelles ha dato luce verde a condizione che vengano ceduti 209 sportelli, localizzati soprattutto in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, aree in cui la sovrapposizione fra le due reti avrebbe ridotto in modo significativo la concorrenza nel credito retail. Gli sportelli dovranno essere trasferiti a un operatore terzo «consolidato o di nuova entrata», entro dodici mesi dal closing, per preservare la pluralità di offerta a famiglie e PMI.
Impatto sul mercato italiano del credito
Le condizioni imposte da Bruxelles
Oltre alla cessione dei rami d’azienda, l’accordo con l’Antitrust UE prevede la garanzia di accesso paritario ad ATM e canali digitali per i clienti coinvolti. Il nuovo gruppo, che supererà i mille miliardi di attivi, potrà operare senza ulteriori dismissioni se rispetterà i target di patrimonializzazione: il CET1 dovrà restare sopra il 13%. In caso contrario scatteranno vendite aggiuntive di portafogli crediti non-core.
Sinergie e prospettive finanziarie
UniCredit stima sinergie lorde per 3,7 miliardi entro il 2027, di cui il 60% da taglio costi e il resto da ricavi incrociati nelle polizze e nel wealth management. Per Banco BPM l’operazione significa valorizzare la propria base clienti e ridurre il costo della raccolta. Secondo gli analisti di Equita SIM, il ritorno sull’equity del nuovo colosso potrebbe superare l’11%, avvicinando l’Italia ai benchmark europei di efficienza bancaria.
Gli ultimi sviluppi dei due istituti
L’ok di Bruxelles arriva dopo un semestre brillante per entrambi i protagonisti. UniCredit, guidata da Andrea Orcel, ha chiuso il primo trimestre 2024 con utili record di 2,6 miliardi e un buyback da 3,1 miliardi, mentre Banco BPM ha superato per la prima volta 1 miliardo di utile annuo nel 2023 e sta trattando la cessione del 65% di Vera Vita al gruppo francese Covea. Sul fronte ESG, UniCredit ha appena collocato un green bond da 1 miliardo, confermando l’impegno nella finanza sostenibile, e Banco BPM ha potenziato il plafond per i mutui green.
Conclusioni
Con l’autorizzazione europea la fusione UniCredit-Banco BPM entra nella fase esecutiva, aprendo la strada alla nascita del secondo gruppo bancario dell’Eurozona per capitalizzazione dopo BNP Paribas. L’obbligo di cedere 209 filiali riduce il rischio di eccessiva concentrazione e offre spazio a nuovi attori, in linea con quanto avvenuto nel 2021 con la vendita di 532 sportelli Intesa-UBI a BPER. Se i tempi tecnici saranno rispettati, il closing potrebbe arrivare entro inizio 2025, segnando un nuovo capitolo nella consolidazione del credito italiano e accelerando la competizione con Intesa Sanpaolo sul mercato domestico.