Stellantis dice addio all’idrogeno: il titolo scivola in Borsa e cambia la strategia
Stellantis ha annunciato la sospensione dei progetti basati su celle a combustibile a idrogeno, puntando tutte le risorse sull’elettrico a batteria. La notizia, diffusa in una conference call con gli analisti, ha provocato un calo di oltre il 4 % del titolo a Piazza Affari, in scia a volumi superiori alla media. L’annuncio è arrivato proprio mentre l’Europa discute la revisione del regolamento Euro 7.
Le ragioni della retromarcia
Il gruppo guidato da Carlos Tavares aveva lanciato nel 2021 i van Opel Vivaro-e Hydrogen, Peugeot e-Expert Hydrogen e Citroën ë-Jumpy Hydrogen, assemblati nello stabilimento francese di Hordain grazie alla tecnologia di Symbio, joint venture con Michelin e Faurecia. A frenare l’iniziativa sono stati i costi ancora elevati delle celle, una rete di rifornimento europea ferma a meno di 250 stazioni e gli avanzamenti della nuova piattaforma elettrica STLA Medium.
Che cosa succede a Symbio
L’uscita dall’idrogeno implica anche una revisione della quota del 33 % che Stellantis detiene in Symbio: secondo Bloomberg il gruppo starebbe trattando una cessione entro l’anno, con penali stimate in 150 milioni.
Reazione dei mercati e degli analisti
A Milano il titolo è sceso a 18,44 euro, minimo di due mesi, mentre l’indice EuroStoxx Auto ha perso lo 0,9 %. In scia, i CDS sul debito sono saliti di 6 punti base, segnale di rischio in aumento. Goldman Sachs ha tagliato il target price da 29 a 27 euro, pur confermando Buy, e stima sinergie da 2,5 miliardi spostando capitali sull’elettrico. Più cauta Morgan Stanley, che intravede maggiori rischi di esecuzione legati ai dazi UE sulle vetture cinesi.
Confronto con le strategie dei concorrenti
La mossa di Stellantis spicca in un panorama frammentato: Toyota ha appena triplicato la capacità di produzione di celle a combustibile a Himeji, Renault con Hyvia ha consegnato i primi Master H2-Tech e BMW continua i test sul prototipo iX5 Hydrogen, pur rinviando la produzione di serie al 2030. Gli analisti ricordano che solo Germania e Olanda prevedono oltre 400 stazioni di rifornimento entro il decennio, segno di una domanda ancora incerta.
Infrastruttura e costi restano l’ostacolo
Il Hydrogen Council stima il costo di un chilogrammo di idrogeno verde in Europa a circa 8 euro, quattro volte l’equivalente energetico di una ricarica domestica. Finché prezzi e rete non convergeranno, l’elettrico puro resterà l’opzione principale per i costruttori.
Conclusioni
Con l’abbandono dell’idrogeno Stellantis sacrifica un presidio tecnologico, ma guadagna maggiore flessibilità finanziaria per accelerare sul battery electric. L’esito dipenderà dalla rapidità con cui i nuovi modelli STLA riusciranno a raggiungere margini positivi: è questa la scommessa che ora i mercati vogliono vedere vinta.