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Finanza

Mediobanca verso il cambiamento: CdA definito, delisting e fusione con MPS alle porte

Il MPS ha depositato la lista per il nuovo CdA di Mediobanca: primo passo verso il delisting e la fusione

Last updated: 06/10/2025 11:44 am
Niccolò Mencucci
Published: 06/10/2025
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Depositata la lista del futuro Consiglio di amministrazione di Mediobanca da parte del CdA di Monte dei Paschi di Siena, oggi detentrice di quasi tutto il capitale sociale di Piazza Cuccetta. Una tappa necessaria per poter procedere alla fase successiva: il delisting e la fusione tra le due realtà bancarie.

La lista del nuovo CdA di Mediobanca e le nomine chiave

Vittorio Umberto Grilli, Alessandro Melzi d’Eril, Sandro Panizza, Paolo Gallo, Massimo Lapucci, Tiziana Togna, Giuseppe Matteo Masoni, Federica Minozzi, Donatella Vernisi, Andrea Zappia, Ines Gandini e Silvia Fissi.

Sono questi i nomi presenti nella lista depositata da MPS in merito al futuro CdA di Mediobanca, tra cui quello del presidente e del futuro amministratore delegato. Due posizioni su cui MPS “raccomanda la nomina di Vittorio Umberto Grilli quale presidente del Consiglio di amministrazione e di Alessandro Melzi d’Eril quale amministratore delegato“, si legge nella nota della banca di Siena.

Secondo alcune indiscrezioni, nei prossimi mesi la composizione del CdA potrebbe subire ulteriori modifiche, con l’ingresso di investment banker selezionati per rafforzare competenze ancora poco presenti a Siena e massimizzare le sinergie di ricavo derivanti dal modello di private e investment banking di Mediobanca.

Insomma, un vero e proprio cantiere strategico per Mediobanca, il che ha senso visto il futuro che le attende: il delisting e la fusione col Monte dei Paschi.

Delisting e fusione tra Mediobanca e MPS: le ipotesi

Tutto dovrà essere pronto in vista di quello che sarà il primo banco di prova della nuova gestione: la rimozione del titolo da Piazza Affari (appunto, delisting) e l’integrazione con la banca senese. Due opzioni delineate fin da subito dopo la chiusura dell’OPAS tra Piazza Salimbeni e Cuccetta, che ha portato il Monte a detenere l’86,33% del capitale sociale di Mediobanca.

Per il delisting, Siena ha a disposizione due strade: acquistare sul mercato il restante 3% per far scattare l’OPA residuale (ossia quando un soggetto arriva a detenere una partecipazione superiore al 90%). Oppure lanciare una nuova offerta con annesso aumento di capitale a servizio dell’operazione sul 14% di azioni non aderenti all’OPAS. In caso di fusione, invece, la banca potrebbe proporre ai soci un concambio dei titoli residui con nuove azioni oppure procedere al rimborso tramite recesso.

Sempre secondo i rumors, la strategia di Piazza Salimbeni sarebbe quella della fusione, non solo per accelerare sulle sinergie da 700 milioni già annunciate al mercato, ma anche perché questa modalità permetterebbe di utilizzare integralmente i 2,9 miliardi di DTA.

A tutto ciò si aggiungono anche i nodi relativi alle attività da integrare, attualmente gestite da Mediobanca, quali il credito al consumo di Compass e Premier, l’ex Che Banca! per la gestione del risparmio e degli investimenti: servizi di private, corporate e investment banking con masse in gestione dell’ordine di decine di miliardi.

Certificate tra delisting e fusione: i possibili effetti

Se ne saprà di più il prossimo 16 ottobre, quando il CdA del Monte dei Paschi inizierà a definire la tabella di marcia per l’integrazione, che poi dovrà essere attuata dal CEO di Piazzetta Cuccia. Per il momento, i possessori di certificate delle due banche dovranno fare attenzione, visto che delisting e fusione potrebbero influenzare notevolmente l’andamento dei titoli.

Prendendo a riferimento le ipotesi sopramenzionate, in caso di fusione tramite concambio, i titolari potrebbero ricevere nuove azioni della banca combinata, mentre in alternativa, se si optasse per il recesso, scatterebbe il rimborso del valore di mercato dei titoli posseduti.

Inoltre, la strategia di integrazione potrebbe influire sul valore dei certificate legati a performance, dividendi o sottostanti specifici di Mediobanca, rendendo fondamentale per gli investitori seguire da vicino le decisioni del CdA e le tempistiche operative del delisting. A sua volta, l’obiettivo di Siena di sfruttare le sinergie e i DTA potrebbe tradursi in una maggiore solidità patrimoniale, elemento che potrebbe riflettersi anche sul mercato dei certificate legati alla banca.

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