Unicredit-Banco BPM, dopo Tar e UE il mercato attende il colpo di Andrea Orcel
Reiflettori accesi sul settore bancario
Il verdetto del Tar del Lazio
Il Tribunale amministrativo ha accolto i ricorsi presentati da Unicredit e da altri istituti, fra cui Banco BPM, contro il metodo di calcolo dei contributi al Single Resolution Fund. La pronuncia, in attesa dell’udienza di merito, alleggerisce nell’immediato il costo regolatorio a carico delle banche italiane e restituisce visibilità sui ratio di capitale, tema centrale per un eventuale risiko. La decisione segue di poche settimane il pronunciamento analogo sul fronte della “tassa sugli extraprofitti”, rinviata alla Corte costituzionale: due tasselli che riducono l’incertezza normativa sull’intero comparto.
Il passaggio a Bruxelles
Contemporaneamente, la Commissione UE ha confermato che la disciplina sugli aiuti di Stato non ostacolerà operazioni di consolidamento purché basate su capitali privati. Il messaggio, letto in chiave italiana, rimuove l’ultimo veto potenziale a una combinazione fra Unicredit e Banco BPM.
Analisi delle ricadute su Piazza Affari e sulle strategie dei due istituti
Unicredit tra buy-back e potenziale espansione
Il gruppo guidato da Andrea Orcel ha chiuso il primo trimestre con un utile record di 2,6 miliardi e un Cet1 al 16,4 %, dati che hanno consentito di alzare a 10,1 miliardi la distribuzione complessiva prevista per il 2024. Il mercato scommette che la nuova finestra regolatoria possa spingere Orcel a riattivare il dossier Banco BPM, sfruttando una capitalizzazione di Borsa superiore ai 50 miliardi e un price-book ancora sotto l’1. L’operazione garantirebbe sinergie di costo stimate in 1,2 miliardi annui e rafforzerebbe la presenza del gruppo in Lombardia, area dove il management ha già rafforzato la rete Wealth Management attraverso l’accordo con Allianz.
Banco BPM, solidità patrimoniale e dossier assicurativo
La banca guidata da Giuseppe Castagna, reduce da un utile trimestrale di 377 milioni e da un Cet1 del 14,3 %, risulta oggi l’unico grande player indipendente dopo l’integrazione BPER-Carige. Il mercato attende la risoluzione del dossier bancassicurativo con Crédit Agricole e CF Assicurazioni, condizione che potrebbe incrementare ulteriormente la valorizzazione del titolo. In parallelo, Moody’s ha rivisto l’outlook a “positivo”, segnalando che la qualità degli Npl è ai minimi storici (Npe ratio al 3,2 %).
Conclusioni: settimane cruciali per il risiko bancario
La concomitanza fra il parziale sollievo regolatorio sancito dal Tar, l’orientamento favorevole di Bruxelles e la robusta generazione di capitale dei due istituti crea un contesto irripetibile per un’eventuale fusione Unicredit-Banco BPM. Piazza Affari, dove i titoli hanno registrato un +45 % medio da inizio anno, guarda ora al Capital Markets Day di Unicredit in autunno come possibile teatro dell’annuncio. Se Orcel deciderà di muovere il primo passo, il risiko bancario italiano potrebbe vivere la sua stagione decisiva, ridefinendo assetti competitivi e gerarchie all’interno dell’Eurozona.