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Finanza

Banco BPM e Crédit Agricole Italia: verso una fusione strategica?

Una eventuale fusione con Crédit Agricole Italia? Per l'AD Castagna "è di certo una opportunità potenziale, la più chiara che noi abbiamo".

Last updated: 19/09/2025 1:20 pm
Niccolò Mencucci
Published: 19/09/2025
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Banco BPM e Crédit Agricole Italia insieme? Un’ipotesi non del tutto assurda, che potrebbe generare valore sia per i due istituti sia per il sistema economico italiano.

Banco Bpm: “Crédit Agricole l’opzione più chiara”

Intervistato alla CNBC, l’amministratore delegato di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, ha dichiarato che una fusione con Crédit Agricole Italia, controllata dal big francese del credito, “è di certo una opportunità potenziale, la più chiara che noi abbiamo“.

Castagna ha ricordato come la Banque Verte (ossia Crédit Agricole) abbia aumentato la partecipazione in Piazza Meda fin oltre il 20%. Pertanto, una fusione con Crédit Agricole Italia potrebbe permettere di centrare molte sinergie e “potrebbe essere buona per l’economia italiana”.

“Dobbiamo dare ai nostri azionisti la migliore opzione sul mercato“, ha spiegato Castagna, sottolineando che una possibile fusione rappresenterebbe certamente un’opportunità, ma non l’unica strada percorribile. “Siamo contenti che Credit Agricole sia un investitore felice e noi saremmo contenti di sviluppare con loro nuove opportunità in futuro, ma non possiamo non guardare a tutto il resto che c’è in Italia“.

Ipotesi fusione tra Banco Bpm e MPS

Un’altra ipotesi sarebbe quella di allearsi con il Monte dei Paschi di Siena (MPS), con cui il Banco Bpm è azionista con poco meno del 9%.

Tutto è cominciato con il lancio dell’OPA su Anima, di cui MPS è il secondo distributore di prodotti. “Noi eravamo interessati a una collaborazione con Monte dei Paschi e questa è la ragione per cui il 13 novembre abbiamo comprato il 9% dal governo. Da lì tutto è cambiato“.

Per il futuro, ha spiegato Castagna, “dobbiamo anche pensare alla prospettiva di Anima perché siamo contenti di avere un distributore di questo livello: il contratto è in vigore fino al 2030 e c’è molto tempo, ma essere un azionista importante può aiutare ad avere qualche idea“.

Queste parole confermano che Banco BPM sta valutando in maniera ampia le possibilità di crescita tramite operazioni straordinarie, in un contesto in cui il consolidamento bancario è tornato centrale nel dibattito finanziario europeo.

Il contesto del settore bancario italiano

Per gli analisti, una fusione con Crédit Agricole Italia potrebbe rafforzare il posizionamento competitivo di Banco BPM. Secondo Equita, un’eventuale integrazione con la controllata “avrebbe senso industriale, consentendo a Banco Bpm di diventare il terzo operatore in Italia per filiali e il secondo in termini di prestiti alla clientela (dietro a Intesa Sanpaolo)“.

Di contro, gli analisti di Intermonte sottolineano come l’operazione potrebbe invece “portare a delle incertezze in ottica governance, in quanto [Crédit Agricole] sarebbe a tutti gli effetti primo azionista”. Nodo cruciale sarà infatti “il ruolo di Credit Agricole nella nuova entità, che stimiamo potrebbe detenere almeno il 35% del capitale [il che] renderebbe cruciale la posizione del governo sul tema del golden power”.

Cosa potrebbe cambiare per i possessori di certificati

Per i possessori di certificati legati a Banco BPM o Crédit Agricole, operazioni straordinarie come queste rappresentano un elemento da monitorare attentamente. Una fusione potrebbe infatti aumentare il valore degli strumenti finanziari, grazie a una maggiore solidità patrimoniale e a sinergie operative.

Tuttavia, resta anche il rischio di volatilità nel breve periodo, soprattutto in caso di incertezza sulla struttura finale dell’operazione. In sostanza, i certificati potrebbero beneficiare della prospettiva di crescita, ma con un profilo di rischio più complesso e da seguire con attenzione.

TAGGED:banco bpmcrédit agricolefusione

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