PIL Italia in crescita dello 0,3 per cento nel primo trimestre 2025 Bankitalia avverte sui dazi
Panorama congiunturale e primi commenti
Il Prodotto interno lordo italiano ha registrato un incremento dello 0,3 per cento nel periodo gennaio-marzo 2025, secondo le stime diffuse da Istat e richiamate nel Bollettino economico di Banca d’Italia. Il dato conferma il trend moderatamente espansivo osservato nella seconda metà del 2024, sostenuto soprattutto dai consumi delle famiglie e da un rimbalzo degli investimenti privati. Sullo sfondo, però, l’istituto centrale segnala che l’inasprimento dei dazi tra Stati Uniti e Cina, unito alle tensioni commerciali interne all’Unione europea, rappresenta un rischio considerevole per la domanda estera, componente storicamente strategica per la manifattura nazionale.
Reazione dei mercati finanziari
A Piazza Affari l’intonazione rimane cauta: l’indice FTSE MIB oscilla attorno alla parità, penalizzato dalla presa di profitto sui titoli ciclici. Il comparto automotive, con Stellantis in leggero calo nonostante le recenti buone performance di vendita del marchio Jeep in Nord America, risente del timore di tariffe incrociate sui veicoli elettrici. Più resilienti risultano utilities come Enel, sostenuta dal lancio di un nuovo piano di investimenti sulle rinnovabili, e Terna, che beneficia della prospettiva di maggiori spese per l’ammodernamento della rete di trasmissione.
Analisi dei fattori di crescita
La componente degli investimenti fissi lordi ha mostrato una variazione congiunturale positiva dello 0,8 per cento, trainata principalmente dalle costruzioni grazie alla prosecuzione dei cantieri legati al PNRR. Anche la produzione di macchinari ha offerto un contributo positivo, benché mitigato dal rallentamento della domanda proveniente dalla Germania. Sul fronte dei consumi, la dinamica salariale in progressivo recupero e il tasso di occupazione al 61,4 per cento hanno sostenuto la spesa delle famiglie, particolarmente nei servizi turistici. Il saldo commerciale resta in territorio positivo, ma i volumi di esportazione verso Asia e Nord America mostrano una flessione che, secondo Bankitalia, potrebbe accentuarsi qualora l’escalation tariffaria diventasse strutturale.
Implicazioni per le imprese italiane
Le aziende esposte all’export, come Leonardo nel settore aerospaziale e Pirelli in quello pneumatici, stanno rivedendo le proprie catene di approvvigionamento per contenere i costi doganali. Nei beni di consumo, Luxottica ha confermato l’intenzione di diversificare la produzione verso mercati meno esposti a barriere; un approccio analogo è stato annunciato da Barilla, che ha ampliato la capacità produttiva nello stabilimento statunitense di Ames.
Prospettive e conclusioni
Il quadro macroeconomico rimane in equilibrio precario. Banca d’Italia prevede una crescita annuale attorno all’1 per cento per il 2025, ipotesi che presuppone la tenuta della domanda interna e una normalizzazione del contesto geopolitico. L’incertezza legata ai dazi potrebbe però ridurre gli investimenti e comprimere l’export, con effetti a catena sull’occupazione industriale. Sul versante della politica economica, il Governo sta valutando incentivi fiscali mirati alla transizione digitale e verde, ritenuti fondamentali per preservare la competitività delle imprese. In sintesi, il +0,3 per cento del primo trimestre offre un segnale incoraggiante, ma la sostenibilità del ritmo di crescita dipenderà dalla capacità di mitigare i rischi commerciali e di accelerare le riforme strutturali programmate.