Tesla, incubo europeo: vendite in calo del 40% a luglio
Il crollo delle immatricolazioni nel Vecchio Continente
Luglio ha segnato un nuovo brusco rallentamento per Tesla in Europa. Secondo i dati riportati da fonti di stampa, le vendite del costruttore statunitense sono crollate del 40 per cento su base annua, confermando un trend discendente già intravisto a giugno. Una frenata che riapre il dibattito sull’effettiva solidità della strategia di Elon Musk nel Vecchio Continente.
Il ribasso colpisce un mercato continentale che, pur rallentando, continua ad assorbire veicoli elettrici. Proprio per questo, il declino di Tesla assume rilevanza strategica: dove la domanda rimane, il marchio californiano perde quote, lasciando spazio a competitor europei e asiatici forti di incentivi pubblici nazionali.
Analisi delle cause
Prezzi e margini sotto pressione
Negli ultimi mesi Tesla ha risposto con una serie di tagli di prezzo su Model 3 e Model Y, puntando ad alimentare la domanda. L’operazione, sebbene abbia favorito il mix negli Stati Uniti, ha inciso sui margini globali e non ha generato per ora un rimbalzo significativo nelle immatricolazioni europee.
Concorrenza cinese ed europea
Il contesto competitivo appare in rapida evoluzione. I marchi cinesi, con BYD e MG in prima linea, stanno guadagnando terreno grazie a prezzi aggressivi e supply chain integrate. Parallelamente, Volkswagen, Stellantis e Renault accelerano il rollout di modelli elettrici nativi, sostenuti da normative europee più stringenti sulle emissioni di CO2.
Impatto produttivo e scenario finanziario
La produzione nella Gigafactory di Grünheide, vicino Berlino, ha subito rallentamenti estivi per lavori di aggiornamento. Sebbene temporanei, questi interventi possono avere ridotto la disponibilità di unità pronte alla consegna. Tesla non ha commentato i numeri di luglio, preferendo richiamare l’obiettivo annuale di 1,8 milioni di consegne globali complessive stimate.
Fra gli investitori il caso europeo riapre il tema del mix geografico dei ricavi. L’area Emea ha contribuito in modo significativo alle performance 2022, ma i dati di luglio mettono in dubbio la traiettoria. Il titolo ha mostrato volatilità, influenzato anche dalle indagini statunitensi sulla guida autonoma di livello 2.
Prospettive e conclusioni
Alcuni analisti individuano due variabili chiave. Primo, la stagionalità: Tesla concentra spesso le consegne europee nell’ultima parte del trimestre, dunque agosto e settembre potrebbero attenuare il calo di luglio. Secondo, l’imminente restyling di Model 3, che induce molti potenziali clienti a rinviare l’ordine, in attesa di specifiche più competitive tecniche.
Il mercato attenderà ora i dati di fine trimestre per capire se il crollo del 40 per cento rappresenti un campanello isolato o un segnale strutturale. Tesla ha più volte dimostrato capacità di recupero, ma la concorrenza europea si fa serrata. La prossima mossa di Musk sarà determinante per l’Europa.