Nuovo capitolo per il programma di buyback di ENI, che nell’ultima tranche ha acquistato oltre 3 milioni di azioni proprie. Nel frattempo, il mercato attende i risultati trimestrali del colosso energetico, con focus su produzione e generazione di cassa.
Buyback ENI 2025: 50 milioni di euro in azioni riacquistate
Siamo giunti a quota 23 con il programma di riacquisto di azioni proprie da parte di ENI. Iniziato il 16 maggio e da concludere entro fine aprile 2026, il programma prevede l’acquisto di “un massimo di 315 milioni di azioni Eni (circa il 10% del capitale sociale) con un esborso fino a un massimo di 1,5 miliardi di euro”.
In questa ultima tranche, secondo quanto comunicato, tra il 6 e il 10 ottobre 2025 ENI ha riacquistato ben 3.283.799 azioni proprie (pari allo 0,10% del capitale sociale) al prezzo medio ponderato di 15,2263 euro per azione, per un controvalore complessivo di circa 50 milioni di euro (49.999.999,55 euro). Nel complessivo, dal lancio del programma, ENI ha già riacquistato 65.019.486 azioni (pari al 2,07% del capitale sociale), per un totale di oltre 930 milioni di euro.
Si tratta di un ottimo risultato per ENI, nonché un ulteriore passo avanti nel suo obiettivo di riconoscere agli azionisti, attraverso questo programma, “un’ulteriore remunerazione rispetto alla distribuzione dei dividendi“.
Va sottolineato però che gli ultimi dividendi non sono stati affatto modesti. Ad esempio, a fine settembre c’è stato lo stacco della prima tranche del dividendo 2026, relativo all’esercizio 2025. In quell’occasione, l’ammontare è stato di 1,05 euro per azione, distribuiti in quattro tranche: la prima cedola di 0,26 euro per azione e l’ultima di 0,27 euro.
Trimestrali ENI 2025, un Q3 tra rialzi e ribassi
Dopo buyback e dividendi, l’attenzione è ora rivolta ai risultati del terzo trimestre. Un Q3 che si preannuncia importante per ENI, stando all’analisi di Equita, che prevede una produzione media pari a 1,718 milioni di barili al giorno, in crescita del 3% sia anno su anno che trimestre su trimestre. Con questa buona performance sui volumi, “stimiamo una crescita sequenziale dell’utile operativo proforma nel terzo trimestre del 16% anno su anno“.
Andando a vedere le singole divisioni, la Esplorazione e Produzione (E&P) è attesa in rialzo del 13% a 2,744 miliardi, mentre la Global Gas & Lng Portfolio (GGP) dovrebbe raggiungere 272 milioni. Attesi in miglioramento anche Enilive (225 milioni) e la raffinazione (140 milioni). Le criticità emergono invece dalla debole performance di Plenitude, stimata a 90 milioni, e da Versalis, che dovrebbe registrare una perdita di 167 milioni.
Sul fronte della generazione di cassa, Equita stima un free cash flow operativo adjusted in crescita del 3% a 2,859 miliardi. Mentre la leva finanziaria dovrebbe restare stabile al 19%, con l’outlook sulla generazione di cassa operativa adjusted 2025 che potrebbe essere rivisto al rialzo da 11 a 12 miliardi.
Nota anche per il piano stesso di buyback, che agli occhi degli analisti “ci appare migliorabile di 200-300 milioni grazie alla flessibilità di bilancio derivante dalle dismissioni effettuate da inizio anno: circa 7 miliardi“.
Buyback e trimestrali 2025, uno scenario particolare per i possessori di certificate
Un presente solido e un futuro (forse) promettente: si potrebbe riassumere così lo scenario che hanno davanti investitori e possessori di certificate collegati al titolo di ENI.
Da un lato, abbiamo il programma di buyback, che rappresenta un supporto di lungo periodo al valore del titolo. Riducendo il numero di azioni in circolazione, infatti, ENI fa in modo di diminuire i titoli in circolazione, il che aumenta l’utile per azione e potenzialmente la valorizzazione dei certificate.
Dall’altra abbiamo dei trimestrali che, stando alle stime, potrebbero prospettarsi in parte ottimali. Le performance robuste nelle divisioni E&P e GGP, unite a un free cash flow in crescita, sono un segnale positivo per i certificate che puntano sul rialzo e sulla stabilità del titolo. Tuttavia, i cali attesi da Plenitude e Versalis potrebbero incidere sulla percezione di rischio.