Eni e Ares siglano l’accordo: i fondi statunitensi investono in Plenitude con obiettivo maggior peso sulle rinnovabili
Operazione strategica da 1,3 miliardi per la controllata green del gruppo italiano
Eni ha reso noto di aver firmato un’intesa vincolante con Ares Management per l’ingresso dei fondi infrastrutturali del colosso statunitense nel capitale di Plenitude, la società che integra produzione da fonti rinnovabili, vendita di energia e rete di punti di ricarica per veicoli elettrici. L’operazione, che valorizza Plenitude circa 10 miliardi di euro, prevede la cessione di una quota di minoranza – stimata tra il 20% e il 25% – a fronte di un esborso fino a 1,3 miliardi. Il closing è atteso entro il quarto trimestre 2024, soggetto alle consuete autorizzazioni regolamentari.
Analisi: perché l’ingresso di Ares può cambiare gli equilibri
L’accordo si inserisce in un contesto di mercato che vede i grandi player energetici accelerare sulle rinnovabili per centrare gli obiettivi europei di decarbonizzazione al 2030. Plenitude, nata nel 2021 e forte di 3 GW installati, punta a 7 GW entro fine 2026 e 15 GW entro il 2030. Il cash injection di Ares permetterà di finanziare nuove pipeline eolico-solare in Italia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti, oltre ad ampliare l’attuale rete di 20.000 colonnine di ricarica.
Per Ares Management, realtà con oltre 400 miliardi di asset under management, l’ingresso in Plenitude consolida la presenza in Europa nel segmento energy transition, dopo le recenti partecipazioni in SB Energy (India) e Vena Energy (Asia-Pacifico). L’operazione conferma l’appetito degli investitori istituzionali per asset infrastrutturali “brown-to-green” con rendimenti stabili e visibilità regolatoria.
L’accordo riapre inoltre il tema IPO: Eni aveva congelato l’affidamento a Piazza Affari della controllata lo scorso anno a causa della volatilità dei mercati. Con un partner finanziario a bordo e una valutazione di riferimento, la quotazione – ventilata per il 2025 – torna un’opzione plausibile. Intanto, Eni potrà ridurre il debito consolidato e rafforzare il piano buyback da 3,5 miliardi annunciato a maggio.
Da segnalare, sul fronte competitor, le mosse di Enel che la scorsa settimana ha ceduto il 50% di Gridspertise a CVC per 1,1 miliardi, confermando la tendenza delle utility italiane a monetizzare asset non core per finanziare la transizione.
Conclusioni
L’ingresso di Ares in Plenitude rappresenta un tassello chiave nella strategia Net Zero di Eni: consente di accelerare la crescita green senza gravare sul bilancio e, al tempo stesso, di valorizzare un business destinato a diventare autonomo sul mercato dei capitali. Per Ares si tratta di un investimento di lungo periodo in uno dei pochi operatori europei integrati lungo l’intera catena delle rinnovabili. Se le sinergie operative promesse si tradurranno in maggiore capacità installata e in una rete di ricarica più capillare, l’Italia potrà contare su un player domestico più forte nella corsa alla decarbonizzazione.