Francia: si attende con ansia il voto di fiducia dell’8 settembre
A poche ore dal voto di fiducia che l’Assemblea Nazionale francese dovrà esprimere l’8 settembre, Parigi e i mercati internazionali restano con il fiato sospeso. L’attenzione degli investitori si concentra sulla tenuta dell’esecutivo, mentre l’opinione pubblica teme un nuovo ciclo di proteste. Il quadro di incertezza ha già innervosito Piazza Affari e le principali Borse europee, dove si registrano vendite diffuse sui titoli più esposti al rischio domestico transalpino.
Mercati in allerta in vista del voto
L’avvicinarsi della scadenza parlamentare ha innescato un aumento della volatilità sui futures legati al CAC 40 e un allargamento dello spread tra i titoli di Stato francesi (OAT) e i Bund tedeschi. Gli operatori, infatti, temono che un’eventuale bocciatura del governo possa tradursi in un’impennata dei rendimenti e in un contestuale deprezzamento dell’euro. Il rischio percepito è doppio: da un lato l’incertezza politica, dall’altro la possibile escalation di disordini di piazza che potrebbero frenare l’attività economica e turistica nel Paese.
Spread OAT-Bund e volatilità del CAC 40
Lo spread OAT-Bund sta ritornando ai livelli osservati durante le ondate di protesta dei Gilet gialli, mentre gli scambi sul CAC 40 si caratterizzano per volumi in calo e oscillazioni più ampie della media trimestrale. Gli analisti interpellati dalla testata non escludono che un esito negativo del voto possa provocare un ulteriore sell-off, con riflessi immediati su valuta, credito corporate e comparto bancario.
Analisi degli scenari politici
Il governo, che non dispone di una maggioranza assoluta in Parlamento, punta a superare lo scoglio dell’8 settembre per rilanciare il proprio programma economico. Nel dossier figurano misure su energia e lavoro che sono considerate cruciali per la ripresa post-pandemia. Un rigetto della fiducia aprirebbe la strada a consultazioni lampo o, nello scenario estremo, a nuove elezioni legislative, prolungando l’instabilità.
Effetti sul tessuto produttivo
Tra i settori più sensibili spiccano banche, utility e industria automobilistica, già alle prese con costi dell’energia in salita. Negli ultimi giorni nuove prese di beneficio sui principali istituti di credito francesi, mentre le grandi utility temono l’eventuale rallentamento dei programmi di transizione energetica.
Conclusioni
Il voto di fiducia dell’8 settembre si profila come un vero spartiacque per la Francia e, di riflesso, per l’area euro. Un via libera limiterebbe i danni sui mercati e confermerebbe la traiettoria delle riforme; un esito opposto rischierebbe invece di innescare turbolenze prolungate, acuendo le tensioni sociali e finanziarie già messe in luce da varie fonti di stampa. Gli investitori, intanto, restano in attesa: il conto alla rovescia è iniziato e la stabilità della seconda economia dell’Unione Europea sarà in bilico fino all’ultimo voto.