MPS e la cessione del Tesoro sotto inchiesta: nuova puntata del risiko bancario
Un nuovo capitolo scuote la saga del risiko bancario italiano. La Procura di Milano ha acceso i riflettori sulla vendita del cinque per cento di Monte dei Paschi di Siena effettuata a dicembre dal Ministero dell Economia e delle Finanze. L operazione, finalizzata a ridurre la quota statale nel capitale della banca senese dopo il successo dell aumento da due virgola cinque miliardi, è ora al centro di perquisizioni in diversi studi professionali. La notizia arriva in un momento di forte fermento nel settore, che vede numerosi istituti contendere spazi di mercato e valutare possibili fusioni.
L’indagine della Procura di Milano
Secondo le prime indiscrezioni gli inquirenti intendono verificare la correttezza delle comunicazioni al mercato e la tempistica dei contatti con gli investitori istituzionali che hanno sottoscritto il collocamento. Il Tesoro, assistito da quattro banche globali, ha raccolto circa trecento milioni di euro con uno sconto del cinque per cento rispetto al prezzo di Borsa, riportando la propria partecipazione al trentanove virgola due per cento. Gli investigatori ipotizzano che la rapidità dell esecuzione possa aver favorito taluni soggetti rispetto ad altri, ipotesi che i legali del MEF e di MPS respingono ricordando la conformità alle procedure di accelerated bookbuilding.
I termini dell’operazione
Il book è stato coperto in meno di un ora con richieste superiori di tre volte al quantitativo offerto, segnale di un mercato tornato fiducioso nei confronti di MPS dopo anni di difficoltà. Gli ordini sono arrivati da oltre cento investitori tra fondi internazionali e primari istituzionali italiani, inclusi operatori già presenti nel capitale come Anima Holding. L indagine non blocca l efficacia del trasferimento azionario, ma introduce un elemento di incertezza che potrebbe riflettersi sulla volatilità del titolo nelle prossime sedute.
Implicazioni per il settore bancario
Il fascicolo aperto a Milano si inserisce in un contesto di consolidamento che coinvolge l intero comparto del credito. Unicredit, reduce da risultati record e da un buyback da otto miliardi, continua a essere indicata dal mercato come potenziale partner di MPS per completare l uscita pubblica. Intesa Sanpaolo prosegue invece la propria strategia di rafforzamento nei servizi di wealth management, mentre Banco BPM e BPER Banca studiano dossier su banche locali per ampliare la rete territoriale. L attenzione delle autorità di vigilanza rimane alta, soprattutto dopo i recenti stress bancari negli Stati Uniti che hanno riacceso il dibattito sulla solidità patrimoniale degli istituti europei.
Possibili scenari di consolidamento
Se l indagine dovesse concludersi senza rilievi, il MEF potrebbe cedere ulteriori quote entro il 2024 beneficiando della finestra di mercato favorevole. Al contrario un allungamento dell iter giudiziario rischierebbe di frenare potenziali trattative con soggetti privati, alimentando speculazioni e impattando sui multipli di valutazione. In tale contesto le banche di medie dimensioni potrebbero diventare obiettivi più allettanti, con il rischio di concentrare ancora di più la struttura del sistema creditizio.
Conclusioni e prospettive
L apertura del fascicolo milanese non modifica nel breve la strategia industriale di MPS, focalizzata sulla riduzione dei crediti deteriorati e sull incremento della redditività core. Tuttavia il timing dell iniziativa giudiziaria potrebbe pesare sulla roadmap del Tesoro, chiamato a dismettere la partecipazione entro la fine del 2026 in base ai patti con Bruxelles. Il risiko bancario resta dunque aperto, con il settore in attesa di capire se la vicenda giudiziaria sarà soltanto un passaggio tecnico o il preludio a nuovi equilibri nel panorama finanziario italiano.