Banca Ifis alza la soglia sull’operazione Illimity: dal 45 al 60 per cento
Il contesto
Banca Ifis ha comunicato di avere innalzato, dal 45 al 60 per cento, la soglia minima di adesione prevista per procedere con l’operazione di integrazione volontaria su Illimity Bank. La decisione, approvata dal cda e diffusa nella serata di ieri, mira a garantire fin da subito un controllo solido della nuova combinazione, limitando la presenza di minoranze potenzialmente conflittuali.
Dettagli dell’offerta
Stando alle indiscrezioni circolate nelle ultime settimane, con la revisione appena annunciata, l’offerta diventerà efficace solo se almeno il 60 per cento del capitale della banca fondata da Corrado Passera aderirà. Il limite precedente, fissato al 45 per cento, era stato giudicato troppo basso da diversi analisti, soprattutto alla luce della presenza di fondi esteri nel capitale Illimity.
Vantaggi industriali
L’aggregazione creerebbe un gruppo da circa 40 miliardi di attivi, forte di un posizionamento complementare: Ifis nel factoring e nella gestione di Npl a piccola taglia, Illimity nella tecnologia digitale e nel credito a imprese mid-market. Sul piano dei costi, Equita stima sinergie ante imposte pari a 60 milioni annui, mentre sul fronte dei ricavi la nuova piattaforma digitale potrebbe accelerare la raccolta online di Ifis.
La reazione del mercato
Stamane, a Piazza Affari, il titolo Banca Ifis è salito di oltre l’1 per cento, mentre Illimity ha guadagnato quasi il 3 per cento, riportandosi sopra i 5 euro. Gli operatori leggono l’aumento della soglia come segnale di determinazione da parte del management guidato da Ernesto Fürstenberg Fassio, che nei giorni scorsi aveva già presentato un dividendo 2023 in crescita e un nuovo piano industriale focalizzato su Npl e fintech.
Prossime tappe
Il documento di offerta, atteso per aprile, dovrà ottenere il via libera di Banca d’Italia e Ivass. Solo dopo l’eventuale adesione del 60 per cento del capitale Illimity si passerà alla fusione vera e propria, destinata a completarsi, secondo fonti bancarie, entro il primo trimestre 2025.
Conclusioni
L’innalzamento al 60 per cento rende l’operazione più ambiziosa ma anche più credibile. Se l’integrazione andrà in porto, dal matrimonio tra specializzazione settoriale e innovazione digitale potrebbe nascere un nuovo campione nel credito alle PMI italiane, con benefici attesi per redditività e stabilità patrimoniale. Gli investitori resteranno quindi concentrati sui rapporti di concambio e sull’eventuale ingresso di nuovi partner industriali nei prossimi mesi.