FMI gela Italia crescita al palo e debito in aumento servono nuove riforme
Il Fondo Monetario Internazionale ha diffuso il rapporto annuale Article IV indicando per Italia una crescita dello 0,7 per cento nel 2024 e dello 0,8 per cento nel 2025, livelli giudicati insufficienti per stabilizzare un debito che resterà sopra il 140 per cento del Pil. L’organismo di Washington sottolinea inoltre la sfida demografica, con la popolazione in età lavorativa destinata a ridursi di quasi il 10 per cento entro il 2035, minando il potenziale di sviluppo e la sostenibilità della spesa previdenziale.
Il verdetto arriva a ridosso della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza e rappresenta un campanello d’allarme per il governo Meloni, chiamato a varare misure capaci di accelerare l’utilizzo dei fondi del Piano di ripresa, di riformare il sistema pensionistico e di rilanciare le privatizzazioni.
Scenario economico e rischi sulla crescita
Secondo l’analisi, solo il 35 per cento dei fondi europei risulta effettivamente impegnato, mentre i ritardi su concorrenza e giustizia civile frenano la produttività. Il Fondo avverte che, senza un contenimento strutturale della spesa corrente, il rapporto debito–Pil potrebbe sfiorare il 145 per cento nel 2026. A complicare il quadro concorre la dinamica salariale, ancora inferiore alla media dell’Eurozona, che comprime consumi interni e gettito fiscale.
Sul fronte inflazione, il Fondo prevede un rientro graduale verso il 2 per cento solo nel 2025, lasciando alla Banca centrale europea margini limitati per un allentamento dei tassi nel breve periodo. I rendimenti del Btp decennale restano stabilmente oltre il 4 per cento, segnale di cautela degli investitori verso un debito percepito come vulnerabile a shock esterni.
Reazioni dei mercati e impatto sulle principali società quotate
La pubblicazione del rapporto ha appesantito il listino milanese. Il Ftse Mib ha aperto in flessione dello 0,6 per cento, con vendite sugli istituti più esposti ai titoli di Stato. UniCredit ha ceduto l’1 per cento, mentre Intesa Sanpaolo ha limitato i ribassi grazie ai conti diffusi lunedì che hanno mostrato margini di interesse record. Debole anche Poste Italiane, impegnata nel dialogo con il Tesoro per un nuovo programma di dismissioni.
Nel comparto energia Eni si è mossa in controtendenza, sostenuta dal nuovo buy-back da tre miliardi annunciato la scorsa settimana; Enel è rimasta invariata dopo la cessione di asset in Perù, mossa che rafforza la strategia di riduzione del debito industriale.
Conclusioni e prospettive
Il quadro delineato dall’FMI evidenzia che la finestra favorevole offerta dal Pnrr si sta chiudendo. Per riconquistare credibilità sui mercati e sostenere la competitività, Italia dovrà accelerare i cantieri, varare una riforma fiscale pro-crescita e contenere la spesa pensionistica. Solo un mix di investimenti produttivi, disciplina di bilancio e riforme strutturali potrà riattivare la crescita potenziale, riducendo in modo duraturo il peso degli interessi sul debito pubblico.