Mediobanca, il CdA respinge l’offerta di MPS: rischio su controllo e valore
Nella serata di ieri il Consiglio di amministrazione di Mediobanca ha bocciato la proposta non vincolante presentata da Banca Monte dei Paschi di Siena. Secondo quanto riportano fonti di stampa, l’organo guidato da Alberto Nagel ha ritenuto che i termini ipotizzati da MPS non tutelino adeguatamente né il valore intrinseco dell’istituto né l’attuale assetto di governance, esponendo gli azionisti a “significative incertezze” sul futuro controllo del gruppo.
I motivi del rifiuto
Il dossier, esaminato nelle ultime settimane con il supporto di consulenti esterni, è stato giudicato carente sotto tre profili: valorizzazione, sinergie industriali e sostenibilità regolamentare. Mediobanca ha evidenziato che l’offerta non riflette il potenziale di crescita già incorporato nel piano strategico 2023-2026, mentre l’eventuale integrazione con MPS comporterebbe tempi lunghi, costi elevati e possibili sovrapposizioni operative. In particolare, la perdita del controllo sulle attività core – dal wealth management al corporate & investment banking – viene considerata un pericolo per la capacità di generare utili ricorrenti nel medio termine.
Implicazioni per i soci e per il mercato
Sebbene l’operazione fosse stata presentata da MPS come un’occasione per creare un “campione nazionale” della finanza, la reazione del mercato si è concentrata sui rischi di diluizione: l’offerta prevedeva infatti un significativo concambio azionario. A Piazza Affari il titolo Mediobanca ha reagito in modo neutro nelle prime battute, segno che gran parte degli investitori condivide le perplessità espresse dal board. Più volatile la quotazione di MPS, che sconta da mesi l’incertezza legata agli scenari post-uscita dello Stato dal capitale.
Il contesto competitivo nel settore bancario italiano
La mossa di MPS si inserisce in una stagione di rinnovata vivacità per il comparto bancario italiano. Nei mesi scorsi Intesa Sanpaolo ha accelerato sul fronte wealth management, mentre UniCredit ha rafforzato il corporate banking nell’Europa centrale. In questo quadro, Mediobanca rimane un asset strategico, forte di un posizionamento unico tra servizi di investimento, private banking e attività assicurative tramite la partecipazione in Generali. Proprio su quest’ultimo fronte, il gruppo ha recentemente confermato l’impegno a mantenere una partecipazione stabile, considerata leva chiave di redditività.
Conclusioni: prospettive e prossime tappe
Con il no formale del CdA, l’offerta di Monte dei Paschi sembra destinata a restare lettera morta, almeno nelle forme presentate. Mediobanca proseguirà nell’esecuzione del proprio piano industriale, puntando su crescita organica e remunerazione degli azionisti. Per MPS, invece, il verdetto riapre il dossier alleanze: la banca senese dovrà ora valutare alternative per consolidare i progressi senza compromettere stabilità patrimoniale e credibilità sul mercato.