Mediobanca rinvia l’assemblea dei soci al 25 settembre per la decisione sull’OPS su Banca Generali
La banca d’affari di Piazzetta Cuccia ha ufficialmente posticipato al 25 settembre l’assemblea straordinaria chiamata a deliberare sul conferimento al consiglio di amministrazione del mandato per un’eventuale offerta pubblica di scambio su Banca Generali. Il rinvio, comunicato nella tarda serata di ieri, concede oltre tre mesi di tempo ai soci per analizzare il perimetro dell’operazione e risponde alle sollecitazioni dei principali azionisti, in particolare Delfin, che con il suo 19 per cento chiede massima trasparenza sugli impatti patrimoniali e regolamentari del deal.
Tempo supplementare per convincere Delfin e gli altri investitori
Secondo fonti vicine allo scrivente, l’orientamento favorevole del management guidato da Alberto Nagel non basta: occorre una maggioranza qualificata in assemblea per attribuire al board la delega necessaria a lanciare l’OPS. Delfin, primo azionista, aveva già espresso perplessità sui tempi stretti della convocazione originaria di giugno. A spingere per un approfondimento ci sarebbero anche altri soci istituzionali, interessati a conoscere nel dettaglio le sinergie tra le reti di private banking e le eventuali ricadute sul capitale di Mediobanca, la cui solidità si attesta oggi su un CET1 al 15,3 per cento dopo i conti dei nove mesi chiusi con un utile di 907 milioni.
Il peso delle ultime trimestrali di Mediobanca e Banca Generali
L’attrattività di Banca Generali, controllata per il 50,2 per cento dal Leone di Trieste, si fonda su masse gestite superiori ai 90 miliardi e su un utile netto semestrale di 240 milioni. Per Mediobanca l’operazione significherebbe rafforzare la divisione wealth management, già protagonista di una crescita a doppia cifra dei ricavi nel 2023. Generali, dal canto suo, dovrà valutare la cessione parziale o totale della partecipazione in un contesto in cui il gruppo ha appena chiuso il primo trimestre 2024 con un risultato operativo record di 1,9 miliardi.
Le implicazioni regolamentari e antitrust
Il rinvio offre anche l’occasione di esaminare con le autorità di vigilanza l’impatto dell’accorpamento su quote di mercato e requisiti di capitale. Un eventuale aumento di capitale a supporto dell’OPS è considerato un’ipotesi residuale, ma resta sul tavolo nel caso in cui la componente in contanti dovesse superare le stime iniziali. Inoltre la concentrazione di reti di consulenza finanziaria potrebbe richiedere il via libera dell’Antitrust, in un settore già caratterizzato da forte competizione con Fineco, Fideuram e Allianz Bank.
Conclusioni
Il posticipo al 25 settembre non segna un passo indietro, bensì un’ulteriore tappa nella strategia di Mediobanca di rafforzare la gestione patrimoniale e diversificare le fonti di ricavo rispetto al tradizionale investment banking. L’esito dell’assemblea sarà determinante per il futuro assetto azionario del gruppo e per la ridefinizione degli equilibri nel wealth management italiano. Gli investitori guardano ora all’estate come a un periodo cruciale di negoziazione, mentre i titoli Mediobanca e Banca Generali continueranno a scontare in Borsa l’incertezza su valutazioni, governance e veti incrociati. Il countdown verso settembre è ufficialmente iniziato e promette di cambiare, in un senso o nell’altro, la mappa del risparmio gestito tricolore.