Messina di Intesa Sanpaolo sprona l’Unione Europea a puntare sul lavoro anziché sulla spesa militare
Un appello che riapre il dibattito sul ruolo delle politiche economiche europee
L’intervento di Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, durante un evento milanese dedicato al credito, risuona come un richiamo deciso alle istituzioni comunitarie. Secondo il numero uno dell’istituto torinese, l’Europa dovrebbe concentrare le proprie risorse su occupazione, competitività industriale e transizione verde, riducendo l’enfasi su nuovi capitoli di spesa destinati alla difesa. La posizione arriva in un momento cruciale: a Bruxelles si discute il futuro del Patto di stabilità e si accendono i riflettori sul bilancio pluriennale 2025-2027, mentre i Paesi membri valutano ulteriori fondi per il riarmo alla luce delle tensioni geopolitiche.
Le implicazioni per la finanza europea e il ruolo del sistema bancario
L’analisi di Messina muove da un dato: l’area euro fatica a colmare il divario di crescita con Stati Uniti e Cina. Intesa Sanpaolo stima che ogni punto di PIL investito in infrastrutture sociali possa generare fino a 150mila nuovi posti di lavoro in tre anni, contro benefici più contenuti sul fronte militare. In questo scenario gli istituti di credito, forti di bilanci rafforzati dai rialzi dei tassi, potrebbero veicolare liquidità verso PMI e progetti green in linea con il Green Deal. Proprio la scorsa settimana la banca ha annunciato 8 miliardi di plafond dedicati alla transizione energetica, a conferma dell’impegno sul tema.
Prospettive occupazionali e contesto macroeconomico
Il mercato del lavoro europeo mostra segnali contrastanti: disoccupazione media al minimo storico del 6 per cento, ma crescita salariale inferiore all’inflazione nei Paesi mediterranei. Messina ritiene che un alleggerimento dei vincoli di bilancio e un uso mirato del Next Generation EU possano sostenere l’occupazione qualificata in settori chiave come digitale e manifattura ad alta tecnologia. L’appello dell’ad di Intesa si intreccia con le nuove linee guida dell’Unione bancaria, che mirano a convogliare capitali privati verso l’economia reale e a ridurre la frammentazione regolamentare.
Conclusioni e scenari futuri
Il monito di Carlo Messina introduce un punto di vista pragmatico: in un contesto di risorse limitate, la priorità deve restare la crescita inclusiva. Se l’Europa saprà bilanciare sicurezza e sviluppo produttivo, potrà consolidare la propria autonomia strategica senza sacrificare il benessere sociale. I recenti risultati di Intesa Sanpaolo, con un utile semestrale superiore alle attese e un CET1 al 13,9 per cento, dimostrano che il settore bancario dispone di leve economiche per sostenere l’occupazione e la transizione verde. Molto dipenderà dal prossimo Consiglio europeo: l’eventuale revisione delle regole fiscali e la creazione di un nuovo fondo sovrano UE per l’innovazione potrebbero tradurre in politiche concrete la richiesta avanzata dall’ad della prima banca italiana.