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Finanza

MPS chiude l’OPAS su Mediobanca con l’86,3% di adesioni

L'OPAS su Mediobanca si chiude con MPS che raccoglie 128.874.081 richieste di adesione (oltre l'86%), aprendo la strada al delisting.

Last updated: 23/09/2025 12:38 pm
Niccolò Mencucci
Published: 23/09/2025
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Nuovo traguardo raggiunto dal Monte dei Paschi di Siena nella sua OPAS su Mediobanca. La banca senese è arrivata all’86,33% di adesioni, una soglia che fa presagire il delisting per Piazzetta Cuccia.

MPS: adesioni all’86,3% nell’OPAS su Mediobanca

Si è concluso ieri, 22 settembre, il periodo di offerta pubblica di acquisto e scambio (OPAS) della banca di Siena su Piazzetta Cuccia, una delle più combattute degli ultimi tempi.

Ed è ufficiale: nella giornata di chiusura del periodo di riapertura dell’OPAS, promossa da Banca Monte dei Paschi di Siena sulle azioni ordinarie di Mediobanca, sono state presentate 128.874.081 richieste di adesione.

Tradotto in percentuale: si parla di circa l’86,3% delle adesioni. Decisamente superiore rispetto al 62,3% registrato alla chiusura dell’OPAS dell’8 settembre scorso.

Obiettivo iniziale di quest’operazione era raggiungere la soglia dei due terzi del capitale (66,67%), che avrebbe consentito a MPS di esercitare il controllo anche nelle assemblee straordinarie. E anche di avviare una possibile fusione tra i due istituti.

Grazie al contributo di fondi d’investimento, investitori retail e parte del top management, Monte dei Paschi si trova ora a una soglia che, per certi versi, permette di valutare un eventuale delisting di Mediobanca.

La sfida del delisting

Con il risultato dell’OPAS, ora si apre la sfida sull’eventuale delisting di Mediobanca da Borsa Affari.

Un’operazione che non trova dentro la banca senese un consenso unanime. Alcuni consiglieri spingono per mantenere Mediobanca quotata, ritenendo importante il segnale che possa trasmettere una presenza in Borsa a dipendenti e investitori.

Altri propongono invece di procedere, ritenendo che togliere la banca dal listino possa ridurre i costi di compliance e facilitare una gestione più agile. Tra l’altro, una Mediobanca interamente controllata da Mps permetterebbe anche di liquidare le minoranze e ridisegnare  il Consiglio di Amministrazione.

Un CdA che tra l’altro dovrà essere nominato a breve: Piazzetta Cuccia attende infatti l’Assemblea ordinaria degli azionisti. Convocata per il 28 ottobre, l’Assemblea delibererà sul Bilancio al 30 giugno 2025 e sulla nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione per il triennio 2026-2028.

Ricordiamo che la settimana scorsa il CEO Alberto Nagel ha dato le sue dimissioni. E così anche altri consiglieri, che con una nota informavano di aver “preso atto dell’esito dell’Offerta pubblica di acquisto e scambio promossa da MPS e per favorire un’ordinata e tempestiva transizione attraverso il rinnovo dell’organo amministrativo, hanno rassegnato, con l’eccezione del consigliere Sandro Panizza, le dimissioni dalla carica, con efficacia dalla data della prossima assemblea“.

Cosa cambia per i possessori di certificates

L’eventuale delisting di Piazzetta Cuccia avrà inevitabilmente delle conseguenze sugli investitori, in particolare sui possessori di certificates collegati al titolo Mediobanca.

Ma già con l’ultima fase dell’OPAS qualcosa si è mosso. Con il passaggio di denominazione dei contratti di opzione da Mediobanca a Monte dei Paschi di Siena, sono diventate efficaci le rettifiche dei certificati per neutralizzare gli effetti dell’operazione straordinaria.

A partire dal 16 settembre, inoltre, l’andamento dei certificati dipende principalmente da MPS, pur mantenendo Mediobanca ancora quotata. In particolare, i certificati che hanno nel basket sottostante sia Mediobanca sia MPS subiranno una rettifica differente, con la sostituzione di Mediobanca con un altro titolo.

Detto ciò, non essendo ancora ufficiale il delisting, resta fondamentale monitorare l’evoluzione della situazione per valutare eventuali impatti futuri sui certificati.

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