Opec rilancia la produzione, il prezzo del petrolio potrebbe stabilizzarsi fra 60 e 70 dollari
Nuovo equilibrio nel mercato del petrolio
Il recente aggiornamento dell’Opec sull’Outlook 2024 ha confermato l’intenzione del cartello di aumentare l’estrazione di circa 1,9 milioni di barili al giorno nei prossimi dodici mesi, riportando la capacità complessiva oltre quota 103 milioni. Una scelta che, secondo diversi analisti londinesi, punta a intercettare una domanda ancora robusta in Asia e a prevenire nuove incursioni dello shale statunitense. L’organizzazione, riunita a Vienna, ha indicato come fascia di equilibrio un range di prezzo compreso fra 60 e 70 dollari al barile, livello ritenuto sostenibile per i bilanci dei Paesi produttori senza soffocare la ripresa industriale globale. Gli operatori di mercato, dopo un iniziale ribasso, hanno riallineato le quotazioni del Brent a metà del corridoio previsto, attestandosi questa mattina poco sopra i 65 dollari.
Le decisioni di Vienna
Il comunicato finale evidenzia tre pilastri: aumento graduale dell’offerta, dialogo più serrato con i Paesi consumatori e monitoraggio mensile dei dati macro. In parallelo, è stato rinnovato l’accordo di cooperazione con la Russia, che manterrà però la propria produzione invariata per preservare le entrate fiscali. Le tensioni geopolitiche in Medio Oriente, seppur attenuate dal recente cessate il fuoco tra Israele e Hamas, restano il principale rischio rialzista citato dall’Opec. Nel breve, tuttavia, il cartello esclude impennate superiori ai 75 dollari grazie a scorte commerciali ancora abbondanti.
Impatto su aziende e mercati
Le major europee
Il nuovo corridoio di prezzo favorisce le strategie delle principali oil company del Vecchio Continente. Eni, che la scorsa settimana ha annunciato la messa in produzione del giacimento Baleine in Costa d’Avorio, stima un break-even a 45 dollari; ogni barile sopra tale soglia genera quindi cassa extra destinata a dividendi e buyback. Simile il quadro per BP e Shell, mentre TotalEnergies ha appena rivisto al rialzo il capex 2024, puntando su esplorazione in Namibia e su biocarburanti. In Borsa, il settore energia guadagna in media l’1,2 per cento da inizio settimana.
Il ritorno dello shale statunitense
Il livello di 70 dollari rende economicamente attraenti molte formazioni del Permian Basin. Secondo Baker Hughes, il numero di trivelle attive negli Stati Uniti è salito per la terza settimana consecutiva, segnale che i produttori indipendenti si preparano a capitalizzare margini più generosi. Un incremento troppo rapido dello shale, però, potrebbe riportare l’offerta globale in surplus, riaprendo il tema dei tagli Opec+.
Conclusioni e prospettive
La manovra dell’Opec disegna un equilibrio fragile, ma al momento credibile: prezzi stabili tra 60 e 70 dollari garantiscono entrate ai produttori e visibilità alle imprese del downstream, senza penalizzare la transizione energetica. Resta tuttavia essenziale il monitoraggio congiunto di scorte, geopolitica e shale, fattori che potrebbero spostare rapidamente l’ago della bilancia del mercato petrolifero nei prossimi mesi.