Stellantis, gli analisti confermano la debolezza: dividendo sotto osservazione e target price rivisti al ribasso
Apertura: perché il titolo è tornato sotto i riflettori
Il dossier Stellantis torna a dominare le cronache finanziarie dopo che diversi broker hanno ribadito la cautela sul gruppo guidato da Carlos Tavares. Secondo l’articolo pubblicato da Finanzaonline, le case d’investimento temono un possibile ridimensionamento della politica di distribuzione dei dividendi, alla luce di un contesto macro sfidante e di una concorrenza sempre più feroce nel mercato delle auto elettriche. Il titolo, quotato a Milano e Parigi, ha perso circa il 20% dai massimi di gennaio, scontando rallentamenti in Nord America, le tensioni con il sindacato UAW negli Stati Uniti e il raffreddamento della domanda in Europa.
Analisi centrale
Target price in discesa e motivazioni degli esperti
Tra gli istituti più prudenti spicca RBC Capital Markets, che ha tagliato il prezzo obiettivo da 23 a 20 euro, pur confermando il rating “outperform”. Simile la lettura di Jefferies, che sottolinea il rischio di erosione dei margini in caso di ulteriore discesa dei prezzi dei veicoli elettrici. Citi, infine, mantiene un giudizio neutrale e riduce il target a 18 euro, evidenziando «visibilità limitata sulle sinergie di lungo periodo» derivanti dalla fusione FCA-PSA. Nel complesso, il consensus di Bloomberg indica un prezzo obiettivo medio a 21 euro, in calo del 7% rispetto al trimestre precedente.
Dividendo e generazione di cassa sotto la lente
Il dividendo, fiore all’occhiello della strategia Stellantis con un payout superiore al 25% degli utili, potrebbe subire pressioni. Gli analisti stimano un free cash flow industriale 2023-2024 intorno ai 6 miliardi di euro, inferiore ai 9 miliardi registrati nel 2022. Il rallentamento è imputato a maggiori investimenti in piattaforme BEV, all’inflazione sui costi dell’energia e alla necessità di finanziare l’acquisizione di Leapmotor, start-up cinese per l’elettrico, operazione annunciata a fine ottobre. Fitch, pur confermando il rating BBB, avverte che una flessione sotto i 5 miliardi di cassa netta potrebbe imporre una revisione della cedola.
Transition EV e fattore UAW
La transizione verso l’elettrico resta cruciale: Tavares ha confermato 30 modelli full electric entro il 2026, ma il pricing war innescato da Tesla e BYD riduce la redditività. Intanto, lo sciopero negli impianti nordamericani ha comportato costi stimati in 750 milioni di dollari, con impatto diretto sull’EBIT adjusted del quarto trimestre.
Conclusioni e prospettive
Il quadro complessivo suggerisce cautela: il potenziale di recupero in Borsa esiste, ma dipenderà dalla capacità di Stellantis di difendere i margini, gestire il negoziato con l’UAW e mantenere una generosa remunerazione agli azionisti. L’attenzione degli investitori si concentrerà sul Capital Markets Day di febbraio, quando il management aggiornerà le guidance 2024. Finché non emergeranno segnali concreti di stabilizzazione dei flussi di cassa, gli analisti preferiscono rimanere alla finestra, confermando lo scenario di debolezza delineato nelle ultime settimane.