Fed immobile sui tassi, Trump alza la pressione: attesa per il taglio entro l’estate
Il Federal Reserve Open Market Committee ha confermato nella riunione di maggio il corridoio dei Fed Funds tra il 5 e il 5,25 per cento, fronteggiando l’ennesimo attacco di Donald Trump, che invoca tagli immediati.
La crescita statunitense è stata rivista al ribasso dalla stessa banca centrale, che ora prevede un Pil 2024 al 2,0 per cento, contro il 2,3 stimato a marzo. Una revisione che alimenta l’aspettativa di un intervento espansivo già al meeting di settembre.
Powell difende la scelta, ma la Casa Bianca rilancia sull’emergenza crescita
In conferenza stampa Powell ha sottolineato come l’inflazione core, scesa al 3,4 per cento, continui a «mostrare resistenza», giustificando la pausa. Un ragionamento che Trump, in corsa per le primarie repubblicane, ha liquidato su X definendo Powell «il peggiore banchiere centrale della storia».
Il candidato repubblicano ha accusato la Fed di «sabotare» il potenziale di crescita e di voler «complicare» la campagna elettorale dei repubblicani. Dalla Casa Bianca, fonti anonime fanno sapere che «una reazione tempestiva sui tassi darebbe slancio all’occupazione e ai consumi», oggi in frenata rispetto al 2023.
Reazioni dei mercati e impatto su corporate USA: da Apple a Goldman Sachs
Sul mercato obbligazionario il Treasury decennale è sceso di 12 punti base al 4,32 per cento, segnale che gli operatori scommettono su almeno due tagli entro l’anno. Il Nasdaq ha chiuso in rialzo dello 0,8 per cento, mentre le banche hanno frenato.
Apple, che martedì presenterà i nuovi Mac con chip M4, beneficia di un eventuale allentamento dei costi di finanziamento lungo la supply chain. Discorso opposto per Goldman Sachs, che solo ieri ha rivisto al rialzo il fair value del credito corporate, temendo una compressione dei margini con rendimenti più bassi.
Anche il settore immobiliare respira: Lennar ha comunicato ordini in salita del 10 per cento nell’ultimo trimestre, attribuendo il miglioramento alla «riduzione attesa dei mutui» rimarcata dalla Fed. Sul fronte energetico, invece, ExxonMobil rimane prudente, segnalando che il petrolio a 80 dollari limita il potenziale reflattivo.
Prospettive e scenari possibili
Secondo il FedWatch Tool del CME, la probabilità che a settembre arrivi un taglio di 25 punti base è salita al 68 per cento. Molto dipenderà dai dati su occupazione e inflazione di giugno e luglio, oltre che dall’evoluzione del conflitto commerciale con la Cina, tema su cui Trump promette «dazi mirati».
In conclusione, l’attesa sul taglio dei tassi si fa più intensa e, paradossalmente, proprio la pressione politica potrebbe accelerare la svolta accomodante. Per i mercati, il fattore determinante resterà la credibilità della Fed: se la narrativa di Powell reggerà, la transizione potrebbe rivelarsi ordinata.