UniCredit Banco BPM OPS, in caso di successo possibili cessioni di oltre 200 filiali
Il dossier di integrazione tra UniCredit e Banco BPM torna sotto i riflettori dopo l’indiscrezione, rilanciata da Money.it, secondo cui il piano a cui lavora l’amministratore delegato Andrea Orcel prevederebbe la cessione di più di 200 sportelli nel Nord Italia. L’operazione, che potrebbe prendere la forma di una Offerta Pubblica di Scambio su Banco BPM, mira a creare il secondo polo bancario del Paese per masse gestite, con sinergie stimate oltre il miliardo di euro entro il 2026.
Le ipotesi sul perimetro delle dismissioni
Secondo fonti di mercato, gli esuberi di filiali riguarderebbero soprattutto Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, aree in cui le due reti presentano la più alta sovrapposizione. UniCredit starebbe valutando la vendita degli sportelli in blocco a operatori di medio-piccole dimensioni, ipotesi che consentirebbe di superare i rilievi Antitrust e di monetizzare rapidamente asset non strategici. Un’alternativa discussa prevede la riconversione in hub digitali, linea coerente con il piano UniCredit Unlocked che ha già portato alla chiusura di oltre 600 agenzie dal 2020.
Gli impatti su occupazione e clientela
Le sigle sindacali temono 4000 uscite anticipate, ma il gruppo guidato da Orcel sostiene che la maggior parte verrà gestita con prepensionamenti volontari. Sul fronte clientela, l’esperienza delle fusioni recenti mostra che la riduzione dello sportello fisico non intacca la qualità del servizio se accompagnata da investimenti in canali online. UniCredit ha stanziato 2,8 miliardi per la trasformazione digitale, mentre Banco BPM ha appena lanciato YouApp, nuova piattaforma mobile che conta già un milione di utenti attivi.
Vincoli regolamentari e posizionamento competitivo
La Banca centrale europea segue con attenzione il dossier, soprattutto per la componente di rischio credito. UniCredit ha migliorato l’indice NPL ratio al 3,2 per cento, Banco BPM al 3,9 per cento dopo la cessione del portafoglio Rockets. Il consolidamento genererebbe un istituto con solidità patrimoniale superiore al 15 per cento di CET1, in linea con Intesa Sanpaolo. Sul tavolo resta però il nodo bancassicurazione: Banco BPM controlla il 100 per cento di Bipiemme Vita dopo il recente riacquisto delle quote da Crédit Agricole Assurance, operazione che potrebbe complicare gli accordi distributivi nel nuovo perimetro.
Conclusioni e prospettive
La riuscita dell’OPS resta subordinata a due variabili chiave. La prima è l’accettazione da parte degli azionisti Banco BPM, reduci da un rally di quasi il 40 per cento da inizio anno grazie alla speculazione M&A. La seconda riguarda la capacità di UniCredit di negoziare concessioni minime con l’Autorità garante della concorrenza, limitando le uscite di filiali a quelle realmente ridondanti. Se tali condizioni verranno soddisfatte, il sistema bancario italiano si avvicinerà ulteriormente ai modelli di concentrazione osservati in Spagna e Francia, con potenziali benefici in termini di efficienza ma con l’esigenza di mantenere elevati standard di tutela della clientela retail.