Unicredit caccia a nuove prede in Europa: da Société Générale a Raiffeisen, tutti i dossier sul tavolo
Obiettivo crescita oltre confine
Unicredit torna a mettere il piede sull’acceleratore delle acquisizioni. Forte di un CET1 al 16%, utili record 2023 e nuovo buyback da 3,1 miliardi, il gruppo guidato da Andrea Orcel sta valutando operazioni in grado di rafforzare la propria presenza in mercati chiave e di meglio diversificare i ricavi. Secondo fonti citate da Adnkronos, il dossier più caldo resta quello di una possibile integrazione con Société Générale, ma sul tavolo figurano anche Raiffeisen Bank International ed altri operatori italiani tipo Fineco. Il contesto regolatorio europeo, che da anni invoca un consolidamento transfrontaliero, sembra ora più propizio grazie alla normalizzazione dei tassi e alla spinta della Bce verso campioni continentali capaci di competere con i big statunitensi.
Analisi dei possibili target
Société Générale: la via francese
Il colosso parigino, fresco di cambio al vertice con Slawomir Krupa, vale in Borsa poco più di 23 miliardi, meno della metà del patrimonio netto tangibile. L’integrazione darebbe a Unicredit un accesso immediato al retail francese e sinergie stimate dagli analisti in oltre 3 miliardi l’anno. Resta però l’incognita politica: Parigi ha sempre difeso la nazionalità delle proprie banche, come dimostrano i casi BNP Paribas e Crédit Agricole.
Raiffeisen Bank International: scommessa sull’Est
In Austria Raiffeisen capitalizza 7 miliardi ma detiene asset per oltre 200, con leadership in Europa dell’Est. L’esposizione alla Russia, che nel 2023 ha pesato per un quarto degli utili, rappresenta al contempo un freno regolatorio e un’opportunità di ingresso a sconto. Berlino e Vienna vedono con favore una soluzione che riduca il rischio sistemico legato alle attività russe ancora in fase di dismissione.
Ostacoli regolatori e finestra temporale
Sul versante normativo, Bruxelles lavora al pacchetto “Banking Union 2.0”, che potrebbe attenuare i vincoli sui requisiti di capitale post-operazione. Gli osservatori indicano fine 2025 come finestra ideale: i mercati restano volatili ma il costo del funding è sceso rispetto ai picchi di ottobre, mentre le valutazioni borsistiche del settore bancario europeo sono ancora inferiori alla media storica.
Conclusioni: la sfida di Andrea Orcel
La strategia di acquisizioni di Unicredit mira a creare economie di scala, ampliare la base di clientela e stabilizzare i ricavi nonostante la prevista flessione dei margini da interesse dal 2025. Tuttavia, ogni operazione richiederà un delicato bilanciamento tra ritorno per gli azionisti, consenso politico nazionale e approvazione della BCE. Se Orcel saprà chiudere il deal giusto, Unicredit potrebbe diventare il primo vero campione paneuropeo del credito.