UniCredit sorpassa Intesa Sanpaolo nelle preferenze degli analisti per il 2025
Focus su valutazioni, dividendi e traiettorie di crescita
Il confronto tra UniCredit e Intesa Sanpaolo resta uno dei temi più seguiti dai mercati finanziari europei. Secondo l’ultimo report pubblicato tra gli altri da Finanzaonline, il consenso degli analisti vede UniCredit come titolo bancario preferito in vista del 2025, grazie a stime di utile, patrimonializzazione e remunerazione degli azionisti considerate più robuste rispetto alla principale rivale domestica. La notizia arriva in un contesto di forte attenzione sul comparto, dopo che la BCE ha confermato l’impostazione restrittiva dei tassi e mentre prosegue la rotazione settoriale in favore delle banche value dell’Eurozona.
Analisi delle proiezioni degli analisti
Redditività attesa e target price
Il consensus aggregato su UniCredit attribuisce un target price medio di 39 euro, implicando un potenziale rialzo superiore al 20 per cento rispetto alle quotazioni attuali. Per Intesa Sanpaolo il prezzo obiettivo medio si ferma a 3,40 euro, con un upside limitato al 10 per cento. In termini di ritorno sul capitale (ROTE) 2025, gli esperti stimano per UniCredit un valore prossimo al 15 per cento contro l’11 per cento previsto per Intesa, riflesso di minori costi operativi e migliore leva sui ricavi da interessi.
Solidità patrimoniale e politiche di distribuzione
Sul fronte patrimoniale entrambe le banche presentano coefficienti di capitale ben superiori ai requisiti regolamentari, ma il CET1 ratio di UniCredit, proiettato al 2025 al 16 per cento, conferisce maggiore flessibilità a programmi straordinari di buyback. Gli analisti calcolano che il piano di riacquisto azioni della banca guidata da Andrea Orcel potrebbe superare i 10 miliardi complessivi tra il 2024 e il 2026. Intesa, pur mantenendo una strategia orientata al dividendo cash, viene ritenuta più prudente nell’utilizzo del capitale per azioni proprie a causa delle esigenze connesse allo sviluppo di Isybank e ad altre iniziative digitali.
Sensibilità ai tassi di interesse e outlook macro
Le stime sui margini di interesse restano il principale fattore di revisione utili. Con una duration dell’attivo più breve, UniCredit risulta meglio posizionata per beneficiare di tassi elevati anche in caso di tagli graduali a partire dal secondo semestre 2024. Intesa vanta una base commissionale più stabile, ma il rallentamento dell’attività di wealth management ipotizzato dagli analisti riduce la leva positiva sui ricavi non finanziari.
In conclusione
Guardando al 2025, la combinazione di robusta redditività, abbondante capitale e politiche di remunerazione flessibili spinge il consenso a preferire UniCredit rispetto a Intesa Sanpaolo. Eventuali sorprese inflazionistiche potrebbero ulteriormente favorire la banca di Piazza Gae Aulenti, più esposta al margine di interesse. Dall’altro lato, Intesa rimane un player difensivo e a forte cedola, interessante per investitori orientati al dividendo stabile. In sintesi, la divergenza di valutazione riflette modelli di business differenti: UniCredit per crescita e buyback, Intesa per resilienza e distribuzione, ma nel quadro attuale di tassi alti il mercato assegna un premio crescente alla prima.